Da un interessante articolo de Il Sole 24 Ore, si legge come l’Italia si sia schierata contro il regolamento UE per il riuso degli imballaggi, proponendo una profonda revisione dello stesso e sostenendo il riciclo dei materiali, settore in cui il Made in Italy eccelle.

«L’industria la transizione ambientale la vuole fare, non perché lo prescrive l’Europa ma perché ce lo chiede il nostro unico, vero padrone: il mercato. E ci piacciono le sfide, ma ci infastidisce che ci venga imposta un’unica soluzione tecnologica senza una seria analisi di costi e benefici, che si parli di packaging o di automotive. Per cambiare e migliorare la proposta della Commissione Ue sugli imballaggi dobbiamo potenziare le attività di lobby, collaborare con le consorelle europee e lavorare affinché dalle elezioni di giugno 2024 esca un Parlamento con un approccio meno ideologico».

Così Maurizio Marchesini, vicepresidente Confindustria delegato a Filiere e Medie imprese, che ha chiuso ieri a Bologna l’incontro organizzato con le tre Confindustrie – regionale, area Centro (Bologna, Modena e Ferrara) e Ucima (i costruttori italiani di macchine packaging) – per condividere le modifiche alla “Proposta di Regolamento dell’Ue sugli imballaggi e i rifiuti derivati”.

Si legge come questa norma “rischia di fare carta straccia dell’eccellenza italiana nel riciclo dei materiali, in nome del riuso e dei prodotti sfusi a km zero, in modo acritico, mettendo in ginocchio non solo le industrie che costruiscono macchine e materiali da imballaggio ma le utilizzatrici, a partire da quella alimentare: tutte filiere che hanno sulla via Emilia una concentrazione e un tasso di internazionalizzazione record“.

In sintesi, Confindustria richiede a Bruxelles di avviare una ricerca scientifica per valutare l’impatto ambientale, economico e sociale sia del riciclo che del riuso; di salvare gli imballaggi monouso green e riciclabili lasciando ai Paesi membri la libertà tecnologica per conseguire l’obiettivo “zero waste”; escludere dagli obblighi di riuso chi ricicla molto (oltre una soglia da definire); 48 mesi tra entrata in vigore del nuovo regolamento e la sua applicazione.

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