Nel 2015 le Nazioni Unite definivano l’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile (Agenda ONU 2030), che individua al suo interno 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs), chiamando ad un’azione condivisa e urgente per contribuire allo sviluppo globale, promuovere il benessere umano e proteggere l’ambiente. A distanza di quattro anni, ed a pochi giorni dalle considerazioni del Consiglio Europeo circa l’attuazione dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, il 17 aprile 2019 l’ISTAT, avente il compito di costruire l’informazione statistica necessaria al monitoraggio dell’Agenda 2030 per l’Italia, ha presentato il secondo Rapporto sugli SDGs e un aggiornamento degli indicatori utilizzati per monitorare il percorso di avvicinamento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile seguiti dai vari paesi. Il Rapporto contiene, infatti, una descrizione dei processi che hanno condotto alla scelta degli indicatori, l’analisi delle tendenze temporali e delle interrelazioni esistenti tra i diversi fenomeni e una sezione dedicata alle regioni italiane.

I 17 obiettivi sono declinati, precisa l’ISTAT, in 169 sotto obiettivi; lo United Nations Inter Agency Expert Group on SDGs (UN-IAEG-SDGs) ha proposto una lista di 244 indicatori (di cui 232 diversi) necessari per il loro monitoraggio, che costituiscono il quadro di riferimento statistico a livello mondiale. Il Rapporto, prosegue l’Istituto statistico, propone un ulteriore ampliamento del panorama degli indicatori: gli indicatori UN-IAEG-SDGs sono ora 123, per un totale di 303 misure statistiche nazionali (di cui 273 diverse), tutte disponibili sul sito www.istat.it. Una particolare attenzione è stata dedicata all’ampliamento delle possibili disaggregazioni per genere, cittadinanza, presenza di limitazioni (disabilità) e livello territoriale; per 175 misure statistiche è stato possibile fornire in uno specifico capitolo anche le disaggregazioni regionali.

Come illustrato sul portale della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, il Rapporto include la valutazione complessiva dei livelli di sviluppo sostenibile nelle Regioni, dal quale emerge che il Nord versa in una situazione più favorevole rispetto al resto del Paese. Tra le aree dove la situazione descritta dagli indicatori è più avanzata emergono, appunto, le Province autonome di Trento e Bolzano, la Valle d’Aosta, la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna. Al contrario, Sicilia, Calabria e Campania registrano la più alta concentrazione di indicatori nell’area di difficoltà.


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