L’UE ha definito un solido quadro di pianificazione per raggiungere gli obiettivi 2030 per il clima e l’energia e l’obiettivo zero emissioni del 2050. In particolare, chiede agli Stati membri di preparare piani nazionali energetici e climatici integrati fino al 2030 (NECP) e strategie nazionali a lungo termine fino al 2050 (NLTS). Stando al nuovo rapporto dell’Istituto Ecologico e di Climact, commissionato dalla European Climate Foundation, i progetti di piani nazionali per l’energia e il clima presentati dai governi all’inizio del 2019 sono ben lontani dalla sufficienza, peccano quanto ad ambizione e credibilità e non descrivono un cammino solido e coerente con l’Accordo di Parigi per l’Europa. Per essere in linea con l’accordo di Parigi, le economie sviluppate come quelle dell’Unione europea dovranno arrivare a zero emissioni di gas a effetto serra entro il 2050, o anche prima.

Le economie a zero emissioni non arriveranno per caso, si legge nel rapporto: saranno necessari focus e pianificazione dedicati, con un occhio attento all’obiettivo finale. I piani nazionali per l’energia e il clima rappresentano un’opportunità per gli Stati membri dell’UE di tracciare i loro prossimi passi sulla strada verso un futuro sicuro per il clima e di cogliere i vantaggi economici e sociali che ne derivano.

Secondo l’Istituto Ecologico e di Climact, i progetti presentati all’inizio del 2019 hanno un forte bisogno di miglioramento: obiettivi inadeguati e dettagli insufficienti sulle politiche, gli investimenti e i finanziamenti necessari. Gli Stati membri devono migliorare nel coinvolgimento delle parti interessate affinché contribuiscano ai Piani, e per averli a bordo nell’attuazione delle politiche future. In tutta l’UE, segnala il rapporto, si possono trovare esempi di buone pratiche che possano ispirare i piani definitivi, da presentare entro la fine dell’anno.

 

Quanto a noi, il rapporto attribuisce al Piano Nazionale italiano un punteggio del 26,9%, all’adeguatezza dei target sono riconosciuti 2,6 punti su 45, al grado di dettaglio delle politiche 22 punti su 45 e, infine, alla qualità del processo 2,2 punti su 10. Tra i punti a favore del Piano nazionale italiano, segnala l’ANSA, aver previsto una data di uscita dal carbone, la descrizione delle sovvenzioni per i combustibili fossili, la relazione sugli investimenti necessari per sostenere le misure previste.

 


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