E’ stato pubblicato da EUROSTAT un articolo dove sono riportati una serie di dati riguardanti la produzione e la gestione dei rifiuti in Europa nel 2020.

Nel 2020 – come emerge dal documento – il quantitativo totale di rifiuti prodotti si attesta a 2.151 Mt. La maggior parte deriva dal settore delle costruzioni (37,1%) e da quello minerario/estrattivo (23,4%), mentre i rifiuti urbani, con 196 Mt, costituiscono il 9,5% del totale.

Per quanto riguarda i rifiuti pericolosi, con 95,5 Mt, essi costituiscono il 4,4% del totale, con una crescita, rispetto al 2010, del 5,1% e un picco che è stato raggiunto nel 2018 con 101,7 Mt. Il calo del 2020 rispetto al 2018 è dovuto principalmente alla diminuzione dei rifiuti generati dalla combustione a causa del minore utilizzo di combustibili solidi come carbone e coke.

Dal documento si rileva che nel 2020 sono state trattate in Europa 2.029 Mt di rifiuti (dove non sono conteggiati i rifiuti esportati e rientrano quelli importati). La quantità di rifiuti recuperati è cresciuta, rispetto al 2004, del 40,3%, passando da 870 Mt (pari al 45,9% del totale dei rifiuti trattati) a 1.221 Mt (60,2%). La quantità di rifiuti avviati a smaltimento è invece passata dalle 1.027 Mt nel 2004 alle 808 Mt del 2020, con un calo del 21,3%.

Dei rifiuti gestiti e recuperati il 39,2% è stato riciclato, il 14,6% destinato a backfilling e il 6,4% recuperato energeticamente, mentre rispetto a quelli smaltiti il 31,3% è stato avviato in discarica, lo 0,5% incenerito senza recupero di energia e l’8,1% smaltito in altro modo. Si registrano poi differenze significative tra i vari Stati membri rispetto alle modalità di trattamento con alcuni Paesi che hanno elevati tassi di riciclo (Italia, Belgio, Slovacchia e Lettonia) e altri dove il ricorso alla discarica è la forma di trattamento prevalente (Romania, Bulgaria, Finlandia, Svezia e Grecia).

 

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