Il Consiglio europeo, l’organo che riunisce i capi di stato e di governo dei paesi membri dell’Unione Europea, si è riunito dal 17 al 20 luglio per redigere una manovra economica senza precedenti necessaria per rialzare la testa dopo l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19.

Il negoziato di indubbia valenza storica è durato ben quattro giorni e si è concluso con un accordo sul Recovery Fund che dovrebbe aiutare economicamente i Paesi europei più colpiti dalla pandemia.

Saranno stanziati, fruibili nella seconda parte del 2021, 750 miliardi di euro di cui una parte sotto forma di aiuti diretti e una parte sotto forma di prestito.

Italia e Spagna sono i paesi che dovrebbero ricevere i maggiori incentivi, infatti per lo Stivale sono previsti oltre 200 miliardi di euro. La nuova linfa economica sarà la sorvegliata speciale da parte di tutti gli organi UE per evitare spiacevoli sprechi e speculazioni.

Precondizione per accedere ai fondi è presentare un piano nazionale di riforme. La Commissione europea, entro due mesi, dovrà accettare o respingere il piano in base a tre criteri di valutazione:

  • Rispetto politiche verdi
  • Rispetto politiche digitali
  • Rispetto raccomandazioni UE (per l’Italia: riforma delle pensioni, riforma del lavoro, riforma della giustizia, riforma della sanità, riforma della PA, riforma dell’istruzione)

Quindi, ipoteticamente circa il 30% dei fondi sarà destinato per l’attuazione concreta delle riforme “green“. Un’occasione per accelerare verso un Italia verde e moderna? Sicuramente in questo scenario in forte e incessante cambiamento sarà doveroso e inevitabile restare aggiornati.

 

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