Segnali importanti sul fronte della lotta all’inquinamento da plastica, nell’ambito della Strategia europea per la plastica (v. Rifiuti di plastica: una strategia europea per proteggere il pianeta e i cittadini).

Nel Comunicato stampa rilasciato il 28 maggio 2018, la Commissione UE ha reso nota la proposta di direttiva sulla riduzione dell’impatto ambientale di determinati prodotti di plastica, recante “nuove norme di portata unionale per i 10 prodotti di plastica monouso che più inquinano le spiagge e i mari d’Europa e per gli attrezzi da pesca perduti e abbandonati”. In pratica, “saranno messi al bando i prodotti di plastica monouso per i quali sono facilmente disponibili soluzioni alternative, mentre si limiterà l’uso di quelli di cui non esistono valide alternative riducendone il consumo a livello nazionale; i produttori dovranno poi rispettare requisiti di progettazione ed etichettatura e sottostare a obblighi di gestione e bonifica dei rifiuti”.

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I divieti di commercializzazione riguarderanno bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini, che dovranno essere fabbricati esclusivamente con materiali sostenibili. I contenitori per bevande in plastica monouso saranno ammessi solo se i tappi e i coperchi restano attaccati al contenitore.

Gli Stati membri dovranno ridurre l’uso di contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica, sia mediante obiettivi nazionali di riduzione, sia mettendo a disposizione prodotti alternativi, o impedendo che i prodotti di plastica monouso siano forniti gratuitamente (è il caso, nostro, della nuova normativa sugli shopper biodegradabili: Obbligo sacchetti di plastica a pagamento: molto rumore per nulla?).

Più responsabilità anche per i produttori di questi prodotti, chiamati a contribuire, oltre ai costi di gestione e bonifica dei rifiuti, anche alla sensibilizzazione e all’informazione dei consumatori, elemento imprescindibile in una campagna come questa, relativamente a: contenitori per alimenti, pacchetti e involucri (ad esempio, per patatine e dolciumi), contenitori e tazze per bevande, prodotti del tabacco con filtro (come i mozziconi di sigaretta), salviette umidificate, palloncini e borse di plastica in materiale leggero. Spetterà anche ai Legislatori nazionali sensibilizzare i loro cittadini rispetto “all’incidenza negativa della dispersione nell’ambiente dei prodotti e degli attrezzi da pesca in plastica, ai sistemi di riutilizzo disponibili e alle migliori prassi di gestione dei rifiuti per questi prodotti”.

 

Non mancheranno, ovviamente, gli obiettivi di raccolta: entro il 2025 gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande, ad esempio, osserva la Commissione, introducendo sistemi di cauzione-deposito.

Precise anche le indicazioni sull’etichettatura di assorbenti igienici, salviette umidificate e palloncini, che dovranno avere “un’etichetta chiara e standardizzata che indica come devono essere smaltiti, il loro impatto negativo sull’ambiente e la presenza di plastica”.

 

In realtà, niente di nuovo: come precisa la Commissione, la proposta “poggia su norme esistenti, come la direttiva quadro sulla strategia marina e le direttive sui rifiuti, e va a integrare altre misure adottate per contrastare l’inquinamento dei mari, come la direttiva sugli impianti portuali di raccolta, e le proposte di restrizioni della microplastica e della plastica oxodegradabile. L’approccio seguito ricalca quello, rivelatosi vincente, della direttiva del 2015 sulle borse di plastica: accolta con favore, la direttiva ha di fatto cambiato rapidamente il comportamento dei consumatori”.

 

I nuovi divieti e le nuove regole di riduzione, responsabilizzazione e sensibilizzazione consentiranno di evitare l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, scongiureranno danni ambientali per un costo equivalente a 22 miliardi di euro entro il 2030 e genereranno risparmi per i consumatori dell’ordine di 6,5 miliardi.

 

Buoni propositi, specialmente alla luce degli ultimi risultati diffusi dall’OCSE, nel rapporto sul mercato della plastica riciclata: a livello mondiale, la percentuale di plastica riciclata è del 15%, il 60% va a smaltimento e il 25% finisce in inceneritori e termovalorizzatori.

 

Per un approfondimento si rinvia a: Domande e risposte: nuove norme UE sui prodotti di plastica monouso, Scheda informativa, allegato alla direttiva, Valutazione d’impatto e sintesi.


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