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Il MOG 231 è utile ad evitare contestazioni? Sì, ma deve essere ben fatto ed efficacemente attuato!
di Fabrizio Salmi, Alessandra Passafaro
Categoria: Responsabilità ambientali
Negli scorsi giorni ha fatto molto discutere la ricerca del dipartimento di Scienze Giuridiche “Cesare Beccaria” – Sezione di Scienze penalistiche- dell’Università Statale di Milano relativa agli esiti dei procedimenti penali che vedono coinvolti gli enti.
“Il Modello 231 non mette al riparo da sanzioni”. L’affermazione è vera solo nei casi di Modelli generici, superficiali e non efficacemente attuati!
Nello specifico, dopo vent’anni dall’entrata in vigore del D.lgs. n. 231/01, la ricerca ha evidenziato che gran parte dei procedimenti a carico degli enti si sono conclusi con una sentenza di condanna, per lo più, al pagamento di sanzioni pecuniarie.
Lo studio ha distinto le società che hanno adottato un Modello di Organizzazione e Gestione da quelle che, invece, ne erano sprovviste. Le sanzioni sono state applicate sia alle une che alle altre.
Quali sono le cause?
Il sistema 231 è stato avviato più di vent’anni fa, tuttavia, la consapevolezza degli operatori del settore e delle imprese stesse si è attivata soltanto in tempi relativamente recenti. Molte società, tutt’oggi, non investono in Modelli di Organizzazione e Gestione volti a prevenire il rischio reato. Come è emerso dallo studio condotto dall’Università Statale di Milano, infatti, la maggior parte delle società che hanno adottato presidi, procedure e protocolli 231 sono andate esenti da responsabilità.
Dalla ricerca sopra citata, tuttavia, emergono anche alcuni casi in cui l’ente, sebbene si sia dotato di un Modello di Organizzazione e Gestione sia stato comunque ritenuto responsabile della cd. colpa di organizzazione.
La giustificazione di tale risultato è ben presto spiegata.
L’art. 6 del D.lgs. n. 231/01 prevede che l’ente non risponde del reato contestato se dimostra che: a) l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi;
Da ciò discende che non è sufficiente aver adottato un Modello di Organizzazione e Gestione. In altre parole, non è sufficiente aver investito, deliberato e archiviato procedure e protocolli preventivi.
È necessario che il Modello sia efficacemente attuato: il professionista che si occupa dell’implementazione del Modello deve entrare nei meccanismi aziendali, conoscerne le dinamiche e accompagnare l’azienda verso un percorso di crescita e consapevolezza, in grado di adottare e integrare le procedure aziendali esistenti, predisporre presidi di prevenzione e far sorgere una consapevolezza di gruppo sul tema.
In ultima analisi, lo studio ha evidenziato che i settori più colpiti sono il manifatturiero, commerciale e dei servizi.
La tipologia di reati contestati vede in testa i reati ambientali e a seguire i reati in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro oltre che truffa ai danni dello Stato e indebita percezione di erogazioni pubbliche.
È evidente, dunque, che l’attenzione delle Procure è molto alta sulle tematiche ambientali e sicurezza sul lavoro.
Di conseguenza, ad oggi, è indispensabile adottare ed efficacemente attuare un Modello di Organizzazione e Gestione che sappia stare al passo con i continui aggiornamenti normativi e, soprattutto, adotti una serie di presidi efficaci, efficienti che non rimangano solo sulla carta.
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Il MOG 231 è utile ad evitare contestazioni? Sì, ma deve essere ben fatto ed efficacemente attuato!
di Fabrizio Salmi, Alessandra Passafaro
Negli scorsi giorni ha fatto molto discutere la ricerca del dipartimento di Scienze Giuridiche “Cesare Beccaria” – Sezione di Scienze penalistiche- dell’Università Statale di Milano relativa agli esiti dei procedimenti penali che vedono coinvolti gli enti.
“Il Modello 231 non mette al riparo da sanzioni”. L’affermazione è vera solo nei casi di Modelli generici, superficiali e non efficacemente attuati!
Nello specifico, dopo vent’anni dall’entrata in vigore del D.lgs. n. 231/01, la ricerca ha evidenziato che gran parte dei procedimenti a carico degli enti si sono conclusi con una sentenza di condanna, per lo più, al pagamento di sanzioni pecuniarie.
Lo studio ha distinto le società che hanno adottato un Modello di Organizzazione e Gestione da quelle che, invece, ne erano sprovviste. Le sanzioni sono state applicate sia alle une che alle altre.
Quali sono le cause?
Il sistema 231 è stato avviato più di vent’anni fa, tuttavia, la consapevolezza degli operatori del settore e delle imprese stesse si è attivata soltanto in tempi relativamente recenti. Molte società, tutt’oggi, non investono in Modelli di Organizzazione e Gestione volti a prevenire il rischio reato. Come è emerso dallo studio condotto dall’Università Statale di Milano, infatti, la maggior parte delle società che hanno adottato presidi, procedure e protocolli 231 sono andate esenti da responsabilità.
Dalla ricerca sopra citata, tuttavia, emergono anche alcuni casi in cui l’ente, sebbene si sia dotato di un Modello di Organizzazione e Gestione sia stato comunque ritenuto responsabile della cd. colpa di organizzazione.
La giustificazione di tale risultato è ben presto spiegata.
L’art. 6 del D.lgs. n. 231/01 prevede che l’ente non risponde del reato contestato se dimostra che:
a) l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi;
Da ciò discende che non è sufficiente aver adottato un Modello di Organizzazione e Gestione. In altre parole, non è sufficiente aver investito, deliberato e archiviato procedure e protocolli preventivi.
È necessario che il Modello sia efficacemente attuato: il professionista che si occupa dell’implementazione del Modello deve entrare nei meccanismi aziendali, conoscerne le dinamiche e accompagnare l’azienda verso un percorso di crescita e consapevolezza, in grado di adottare e integrare le procedure aziendali esistenti, predisporre presidi di prevenzione e far sorgere una consapevolezza di gruppo sul tema.
In ultima analisi, lo studio ha evidenziato che i settori più colpiti sono il manifatturiero, commerciale e dei servizi.
La tipologia di reati contestati vede in testa i reati ambientali e a seguire i reati in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro oltre che truffa ai danni dello Stato e indebita percezione di erogazioni pubbliche.
È evidente, dunque, che l’attenzione delle Procure è molto alta sulle tematiche ambientali e sicurezza sul lavoro.
Di conseguenza, ad oggi, è indispensabile adottare ed efficacemente attuare un Modello di Organizzazione e Gestione che sappia stare al passo con i continui aggiornamenti normativi e, soprattutto, adotti una serie di presidi efficaci, efficienti che non rimangano solo sulla carta.
Piacenza, 10-06-2022
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