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Se la gruccia è imballaggio.

di Massimo Medugno

Categoria: Rifiuti

L’8 febbraio scorso nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee è stata pubblicata la Direttiva n. 2/2013 che modifica l’Allegato I della Direttiva 94/62 sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio. Essa interviene sulla definizione di imballaggio, modificando gli esempi illustrativi previsti nello stesso Allegato I. Sembra una questione di poco conto, ma il Comitato che ha predisposto la nuova Direttiva ci ha messo molto tempo pe arrivare alle conclusioni “sancite” ora dal nuovo testo legislativo. Così ora finalmente sappiamo quando le grucce sono imballaggio e quando non lo sono. Sono imballaggio quando sono vendute con l’indumento, non lo sono quando sono vendute separatamente. Ma attenzione a quando fate il caffè: la capsula per sistemi erogatori di bevande, lasciata vuota dopo l’uso è imballaggio, non lo sono invece le capsule che si gettano insieme al caffè usato. Trattandosi di una normativa (quella sugli imballaggi) che ha proprio l’obiettivo di armonizzare il mercato interno, la Direttiva n. 2 è un utile strumento per ridurre interpretazioni diverse e contrastanti sullo stesso articolo.
Senza dubbio un aspetto di interesse per gli operatori economici è l’inclusione tra gli imballaggi dei rotoli, tubi e cilindri sui quali è avvolto materiale flessibile (ad esempio pellicola, fogli di alluminio e carta).
All’inclusione segue una altrettanto (e importante) precisazione e cioè “eccetto i rotoli, i tubi e i cilindri che sono parti di macchinari di produzione e non sono utilizzati per presentare un prodotto come unità di vendita”.
E’ questa un’esclusione molto importante e che individua tutti i casi in cui rotoli, tubi e cilindri siano parti di macchinari di produzione. Basti pensare ai rotoli avviati ai centri di stampa e di trasformazione.
Essi rispondono appieno all’art. 3 punto i della Direttiva n. 62/94 sugli Imballaggi laddove fa riferimento ad articoli che siano parte integrante del prodotto e siano destinati ad essere eliminati insieme per escludere che essi siano imballaggi.
D’altro canto un altro aspetto va considerato: e cioè che i rotoli, tubi e cilindri non siano utilizzati per presentare un “prodotto come unità di vendita”.
Condizione che certamente non ricorre nel caso dei rotoli utilizzati nei centri stampa.

 

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