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La classificazione dei rifiuti, secondo quanto disposto dall’art. 184, comma 1, D.L.vo n. 152/2006, è articolata sia sul criterio dell’origine (che porta a distinguere tra rifiuti urbani e rifiuti speciali), sia su quello della pericolosità, che differenzia i rifiuti non pericolosi da quelli pericolosi. Sulla base del Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER) di cui alla Decisione 2000/532/CE (modificata dalla Decisione 2014/955/UE a decorrere dal 1 giugno 2015 e trasposta nell’Allegato D, Parte IV, D.L.vo n. 152/2006) possiamo affermare che esistono due tipi di rifiuti pericolosi: 1) pericolosi tout court: i rifiuti contrassegnati nell’elenco con un asterisco «*» sono rifiuti pericolosi “assoluti”; 2) pericolosi sub condicione: se un rifiuto è identificato come pericoloso mediante riferimento specifico o generico a sostanze pericolose, esso è classificato come pericoloso solo se le sostanze raggiungono determinate concentrazioni (c.d. voci a specchio)[1]. E’ solo in tale seconda circostanza che il produttore è tenuto – per attribuire una corretta codificazione – all’esecuzione di analisi da parte di...
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Come si classificano correttamente i rifiuti?
di Giulia Guagnini
La classificazione dei rifiuti, secondo quanto disposto dall’art. 184, comma 1, D.L.vo n. 152/2006, è articolata sia sul criterio dell’origine (che porta a distinguere tra rifiuti urbani e rifiuti speciali), sia su quello della pericolosità, che differenzia i rifiuti non pericolosi da quelli pericolosi. Sulla base del Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER) di cui alla Decisione 2000/532/CE (modificata dalla Decisione 2014/955/UE a decorrere dal 1 giugno 2015 e trasposta nell’Allegato D, Parte IV, D.L.vo n. 152/2006) possiamo affermare che esistono due tipi di rifiuti pericolosi: 1) pericolosi tout court: i rifiuti contrassegnati nell’elenco con un asterisco «*» sono rifiuti pericolosi “assoluti”; 2) pericolosi sub condicione: se un rifiuto è identificato come pericoloso mediante riferimento specifico o generico a sostanze pericolose, esso è classificato come pericoloso solo se le sostanze raggiungono determinate concentrazioni (c.d. voci a specchio)[1]. E’ solo in tale seconda circostanza che il produttore è tenuto – per attribuire una corretta codificazione – all’esecuzione di analisi da parte di...
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