Il 16 maggio scorso è stata avanzata dalla Camera dei deputati una proposta di legge recante “Modifiche all’articolo 195 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, concernenti l’introduzione del fattore di pressione tra i criteri di valutazione per la localizzazione delle discariche e degli impianti di recupero dei rifiuti urbani.”

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La previsione di un fattore di pressione tra i criteri localizzativi per le discariche sarebbe finalizzata a impedire la realizzazione di impianti di smaltimento di rifiuti nelle aree in cui questi risultino già presenti con un’elevata concentrazione.

La proposta di legge intende attuare proprio questo principio allo scopo di evitare un rilevante impatto negativo sull’ambiente circostante alle discariche e di garantire una corretta gestione del territorio a tutela sia dell’ambiente, sia della salute dei cittadini. Una discarica è, infatti, una struttura permanente nel territorio, i cui impatti sull’ambiente, sul paesaggio e sulla salute, a causa della produzione di biogas e di percolato, del transito di mezzi, delle emissioni in atmosfera, del consumo del suolo e della modifica dell’assetto del territorio, permangono anche dopo la fine del conferimento dei rifiuti. Il fattore di pressione prevede, in particolare, che al ricorrere di un determinato valore non sia possibile autorizzare la realizzazione di nuovi impianti, l’aumento di quelli già esistenti o la modifica della tipologia delle discariche in categorie superiori. Il valore è rapportato alla volumetria delle discariche esistenti, in quanto la stessa è proporzionale al quantitativo di sostanze inquinanti presenti. La previsione del fattore di pressione ha anche la finalità di aumentare il grado di accettazione sociale delle discariche e di diminuire la conflittualità con enti territoriali, cittadini, associazioni e comitati, sempre più sensibili sui temi ambientali, soprattutto nelle aree ad elevata concentrazione di discariche.


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