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Gestione illecita: quando si consumano le varie ipotesi di reato?

Categoria: Rifiuti
Autorità: Cass. Pen. Sez. III
Data: 14/02/2018
n. 6999

In tema di rifiuti, il momento consumativo del reato relativo al ciclo dei rifiuti varia in funzione della natura dell'attività svolta. Nel caso del deposito incontrollato, il reato consegue al mancato rispetto delle condizioni previste dall’art. 183 del D.L.vo 152/2006 per la qualificazione del medesimo come temporaneo: si tratta, quindi, di un reato permanente, che si realizza quando in un deposito "controllabile" viene omessa la rimozione dei rifiuti nei tempi e nei modi previsti dalla norma citata. Di conseguenza, l'inosservanza di tali condizioni integra un'omissione permanente, la cui antigiuridicità cessa sino allo smaltimento o al recupero. Infatti, il deposito incontrollato, quale forma di gestione del rifiuto preventiva rispetto al recupero o allo smaltimento, perdura fino al compimento di tali attività, a differenza della raccolta o il trasporto che si consumano nel momento e nel luogo in cui hanno luogo, e dello smaltimento, che può essere istantaneo o permanente a seconda che si articoli in diverse fasi.

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Leggi la sentenza

Ritenuto in fatto   1.Con sentenza del 4 marzo 2016, il Tribunale di Firenze ha condannato M. P., alla pena di C 5.000 di ammenda, per il reato di cui all'art. 256 comma 2 del d.lgs n. 152 del 2006, perché, quale legale rappresentante della P. C., avente ad oggetto attività edile, depositava in modo incontrollato rifiuti speciali derivanti dalla sua attività (materiale derivante da demolizione, cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche) per un quantitativo di circa 3 mila metri cubi, in un'area sita nel località C. del Comune di F. e I. V., tra il 2012 e 2013.   2.Avverso…
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